Il Festival di Sanremo è stato preceduto da una serie di polemiche che persistono tuttora, giunti alla vigilia della quarta puntata.
Tuttavia, come ha affermato la stessa Luciana Littizzetto, la Bellezza non è perfezione, e seppure con qualche imperfezione, il Festival di Sanremo è bello.

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Quello della Bellezza rappresenta il leitmotiv di questa edizione del festival ed è stato magistrale il discorso della “padrona di casa” su questo tema che, ad una lettura superficiale, potrebbe apparire addirittura frivolo. Ma Luciana Littizzetto ha oltrepassato la superficie, andando in fondo al termine “Bellezza”.

<La Bellezza è tante cose > dice, <e non ha mai a che fare con la normalità. Un mondo uguale è il nazismo che ammazzava i deboli e i diversi> . Abbandonando per qualche minuto la sua abituale veste di comica, senza per questo tradire se stessa, la Littizzetto spiega ciò che intende e si dovrebbe intendere, per Bellezza. Bellezza che dev’essere riconosciuta in ciascun essere umano, intesa anche e , soprattutto, come forza e come amore per la vita. Amore per la diversità, che ha il diritto di essere vista e rappresentata dalla nostra società: nelle pubblicità, nei film, sui cartelloni che incontriamo ogni giorno per strada.
Se riflettessimo solo un momento su quanto asserito dalla conduttrice, ci renderemmo conto che la televisione (ma non solo questa) “appiattisce” ogni identità su dei modelli stereotipati. E non si tratta solo di nascondere dietro una sorta di omertà la presenza di handicap, ad esempio, ma di celare e di escludere ogni forma che, in qualsiasi modo, non si confà al “modello dominante”. Qualcuno ha mai visto, infatti, un film o una fiction in cui il protagonista principale è un uomo obeso, ad esempio? La mostruosità è che ci siamo talmente abituati a questa censura, da esserci convinti che sia normale.
Ma la normalità è l’insieme delle diversità, perché se queste non ci fossero, il genere umano andrebbe incontro all’autodistruzione.
Un monologo che ci aiuta a riflettere dunque, quello della Littizzetto, facendoci comprendere che il Festival di Sanremo non è soltanto una competizione di inediti italiani, ma molto altro e molto di più.

Desirée D’Anniballe.