di  Desirée D’Anniballe

Il futuro di questo presente, sono io. Io però, il mio futuro non lo vedo. Così come non lo vede l’intera mia generazione, perché ce l’hanno distrutto.

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“Lettera a un bambino mai nato” è un famoso libro di Oriana Fallaci. Non l’ho mai letto, salvo qualche pagina, durante una lezione di religione al liceo, che ricordo vagamente.
Qui, oggi, io non voglio scrivere una lettera a un bambino mai nato, bensì a un bambino che nascerà. Voglio indirizzare una lettera al futuro. Ma a un futuro lontano, non di questo presente.
Il futuro di questo presente, sono io. Io però, il mio futuro non lo vedo. Così come non lo vede l’intera mia generazione, perché ce l’hanno distrutto.
Perciò io mi rivolgo a te, “bambino che nascerà”, perché confido nel fatto che il tuo futuro riscatterà il mio.
Ho venticinque anni. A venticinque anni, la mia nonna era mamma, la mia mamma stava per sposarsi e gli adolescenti di quell’epoca potevano sognare.
Cosa sognano gli adolescenti di oggi, caro “bambino che nascerà”? Io non lo so, ma credo che i loro sogni non si spingano oltre ciò che vedono ogni giorno. E ciò che vedono ogni giorno, uccide i sogni.
I sogni vanno cercati lontano, fuori dalla finestra, e lo sguardo che li segue deve poter “sfondare” l’orizzonte. Ma come si fa, oggi, a sfondare l’orizzonte, a combattere per un’aspirazione, in un mondo in cui ti basta oltrepassare la soglia di casa per essere investito da una realtà in cui niente-NIENTE!- è permesso senza dare in cambio la propria integrità morale, la dignità?
Io voglio insegnartela, bambino, la dignità. Io desidero che tu ami te stesso, ma a cosa ti condannerei?
Gli uomini e le donne dignitose, nella società del 2014, si ritrovano ai margini della Terra. Loro, che posseggono un valore inestimabile, sono costretti agli angoli, là dove la loro voce si perde nel rumore fino a spegnersi nel silenzio. Un silenzio che è l’unica verità, oggi. L’unica.
Nella sua “Chiamami ancora amore”, Roberto Vecchioni dice: “Per tutti i ragazzi e le ragazze che difendono un libro, un libro vero… così belli a gridare nelle piazze, perché stanno uccidendoci il pensiero!”. Nulla di più vero, di più autentico, bambino mio. Forse, quando tu sarai un giovane uomo, i libri li “sfoglierai” su un i-pad o qualche diavoleria simile. Ma non importa. L’essenziale è che tu lo faccia, comunque. Sfogliali, amali e falli tuoi. I libri saranno i tuoi unici alleati, i romanzi scritti da autori che, secoli fa, si sono sentiti inadeguati come, forse, ti sentirai tu in una realtà che non ti rispecchierà. In una società che tenterà in ogni modo (legale e non) di schiacciare la tua personalità, di praticarti una lobotomia, affinché tu diventi una macchina al suo servizio.
Non permettere che ciò accada. Anche se sarà la strada più irta, piena di ostacoli e di inciampi, fa’ in modo che, davanti ad uno specchio, l’uomo che ti restituirà lo sguardo potrà sempre dire “sono orgoglioso di te”.

Desirée D’Anniballe.