A chi davvero importa la dignità delle donne?

Da una parte Ferrara sbandiera le mutande, dall’altra Benigni cavalca “sorche e fregne” per fare satira politica col pretesto di parlare di Dante, e paròdia Modugno, gracidando “trombare oh oh” dal palcoscenico del Festival di Sanremo 2009: non si sa quale sia la tendenza “ideologica” più rispettosa della donna.

Come sempre accade, ognuno tira acqua al proprio mulino, e una parte delle donne si schiera in azzurro difendendo l’indifendibile attacco all’immagine femminile, mentre l’altra, che in genere compiacente e calorosa applaude le “offese” benignesche, innalza il vessillo rosso del pudore e del rispetto.

Viene da pensare che perfino la pretesa del riguardo sia diventata faziosa.

In realtà da troppo tempo, per comune responsabilità degli elettori e degli eletti di ogni schieramento, la “scienza dell’amministrazione dello Stato” importa solo a chiacchiere, se viene effettivamente sostituita da parole vuote di direttive amministrative, piene soltanto di scandali e di scontri, nei quali i contendenti reciprocamente si additano come responsabili dello sfascio etico e civico.

Un cieco può essere aiutato se chi decide di farlo vede: due ciechi, che si aiutino o si contrastino, finiscono nel fosso.

È la sorte che ci aspetta continuando di questo passo.

Amato Maria Bernabei

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