delusione Morandi, salvagente Benigni

Nel calcio i “fuori ruolo” non hanno mai giocato al meglio delle loro possibilità, anzi, non raramente hanno fallito la prova. Fuori dal mondo del calcio il “fuori ruolo” trionfa, grazie anche alla complicità di un pubblico medio dalle papille poco raffinate, al quale basta qualunque condimento adatto a coprire i sapori sgradevoli per essere appagato.

Davvero una brutta notizia: ancora una volta Benigni a Sanremo! Morandi mi delude. Un grande regalo egli considera l’irruzione del guitto toscano: peccato che il regalo costerà intorno ai 250.000 Euro (il poverino è al ribasso, avrà certamente il problema della “certezza della cena”: dai 12.500 ai 6.000 Euro al minuto, cioè dai 200 ai 100 Euro al secondo – 20/40 minuti dovrebbe durare la grande performance – contro i 10.000 di due anni fa) [1] e l’ombra della comicità, per di più di parte, nella celebrazione dell’Unità d’Italia. Scelta fra le più infelici sotto ogni profilo. Mi dispiace, Gianni, hai perso parecchi punti, e non hai alibi: ognuno dovrebbe continuare a fare solo e sempre il mestiere che gli compete, come ha dimostrato anche la tua fiacca presentazione. “Morandi è sicuro che Benigni sarà degno di questo compito”, e riguardo all’Inno e al ‘cosiccreduto’ comico afferma: “…non credo che lo sbeffeggerà [2] anche se poi uno come lui può fare quello che gli pare”. Non è così, caro Gianni: nessuno può fare quello che gli pare, e a Benigni sono state già concesse troppe cose in nome di un’arte che non ha! Giammarco Mazzi, direttore artistico del Festival, commenta questa notizia: “Avevamo questa speranza e l’abbiamo inseguito siamo felici che ci abbia detto di sì”… “Questo è sicuramente un colpo molto importante per gli organizzatori di Sanremo che si sono assicurati la presenza di un grandissimo (in che? n.d.a.) che porterà milioni di telespettatori davanti agli schermi”, commenta qualcuno sulla Rete [3].

Se il colpo è importante, commercialmente parlando, lo si deve al “buon gusto” degli Italiani, visto che ogni operazione di spettacolo è operazione di mercato, e visto che il mercato risponde alla domanda di chi compra.

Se la presentazione è fiacca, le canzoni rivelano qualità discutibile, la comicità fa ridere solo quando la platea viene sollecitata nei suoi istinti più bassi, attraverso temi satirici triti come le danze della politica, allora è chiaro che il Festival deve reggere su personaggi come Benigni, il consacrato comico-regista-letterato dei nostri tempi, gloria d’Italia: chi meglio di lui potrà far impennare l’audience, celebrare l’Unità e il suo Inno, lui, dichiarato e inconfondibile uomo schierato (almeno nel ruolo che di solito recita)?

Chi ha seguito la prima serata sanremese si sarà certo annoiato:  dopo una leziosa e svenevole Clerici che racconta le favole ai bambini e alle nonnette, chiosando con gli alti versi di Jovanotti le sue lungaggini sentimentalistiche, un garbato, ma senza nerbo, Gianni Morandi mostra lacune inevitabili nei panni di “qualcosa che egli non è”, in uno dei consueti straripamenti dello stile commerciale, che attribuisce panni della natura più varia a chi di natura, quando va bene, ne ha una e una sola: è la logica per cui un qualunque Gattuso può diventare… scrittore, e per la quale Benigni diventa esegeta! Che fine fa un calciatore che gioca fuori ruolo? Quasi qualunque italiano lo sa, mentre sembra non accorgersi delle mille altre aberrazioni.  Accanto a Morandi due comici (cosiddetti o cosiccreduti?) che contribuiscono, soprattutto nel loro momento più alto, a “sputtanare” (per dirla con la loro preziosa parodia) la credibilità di una manifestazione che dovrebbe essere soprattutto dedicata alle canzoni. Finalmente Belen e Canalis: saranno stati contenti soprattutto quanti reclamano, a parole, rispetto per la dignità della donna, dal momento che non ci è sembrato che le due, nemmeno tanto incantevoli esponenti del gentil sesso (a mio modestissimo parere), abbiano avuto altro ruolo che quello della vetrina… il solito “oggetto”, insomma.  Infine le protagoniste: le canzoni. Morandi continua a dirci che sono bellissime, io ho seri dubbi. Di interpreti e melodie ricordo soprattutto… le scenografie abbaglianti, per luci, colori e capacità di mascherare tanta falsa arte. Eppure dovrei essere contento, perché c’era un grande poeta nel novero delle stelle: Vecchioni… Omero è impallidito…   

Perché arrovellarsi di più? Sanremo è ormai da anni il Festival della “canzonatura” italiana.

Amato Maria Bernabei

 


[1] http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201102152056-ipp-rt10313-sanremo_250mila_euro_compenso_di_benigni_polemica_della_lega

[2] La pagina di Internet riporta “sbeffeggiarà”!

[3] http://tv.fanpage.it/ospiti-festival-di-sanremo-2011-arriva-roberto-benigni-in-onore-dellunita-ditalia/.

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