Seconda serata non molto diversa dalla prima: Morandi poco presentatore, i comici simpatici, ma poco comici, le “vallette” impacciate e poco vallette, quasi sempre fuori tempo e stereotipate: schiene, gambe, seni, i soliti “oggetti” femminili da esibire, anche in assenza di abilità specifiche, come le loro “prestazioni” hanno ben dimostrato; infine, visto che le canzoni non sembrano essere l’ingrediente principale dello spettacolo, perfino non pochi cantanti poco cantanti.

Scoprire di essere nel 2096, di avere 151 anni dimostrandone una sessantina, è stato sbalorditivo: tutto è accaduto quando il candidissimo Gianni Morandi, che così piacevolmente ha ancorato ai suoi successi le emozioni della mia giovinezza, ha pubblicamente dichiarato che quest’anno gli Italiani festeggiano il 150° anniversario della Repubblica.

http://www.agi.it/spettacolo/sanremo-2011/elenco-notizie/gaffe-di-morandi-150-anni-della-repubblicabr

Il conto è facile: lo storico referendum del 2 giugno 1946 portò alla proclamazione della Repubblica Italiana il 18 giugno, dunque non mi ero proprio accorto di aver lasciato il vecchio calendario del 2011 appeso alla parete…  O anche Gianni è caduto nel “reato” di divulgazione dell’ignoranza? Che non aspiri a strappare lo scettro di ineguagliabile divulgatore d’ignoranza a colui che domani sera, a detta dell’ineffabile Carlotta Tedeschi, “racconterà” l’esegesi dell’Inno di Mameli? Ma l’esegesi è una favola? Da quando in qua la si racconta? Al massimo un’interpretazione critica la si propone, la si espone… o no, illustre inviata?

Non ci resta che attendere, e sapremo come il Festival celebrerà l’Unità d’Italia (noi speriamo né in modo sciovinistico né in modo irridente).

Amato Maria Bernabei

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