di Sandro Bernabei
È davvero impressionante e penoso l’uragano di scemenze, di stoltezze, di inesattezze e di approssimative, sprovvedute argomentazioni che la pletora di “soloni” (sempre gli stessi e sempre più involuti) ha riversato in pasto alla massa, che sembra oramai ridotta ad un inerme assenso devitalizzato. Il Festival di San Remo…
nato per raccogliere quel poco che restava della musica vocale da camera e assimilate negli anni successivi le nuove istanze che le varie componenti che la musica cosiddetta leggera esprimeva, era diventato in breve tempo punto di riferimento di una forma d’arte, la ‘canzone’, che manteneva una sua dignità di espressione. Soltanto questo! Oggi il festival di San Remo è tutt’altra cosa! “Panem et circenses”! Il potere sa bene come controllare le folle! Il che non ci sorprende più di tanto, ancor meno ci infastidisce la predica di Celentano, o la farfalla di Belen, o quant’altro. Ciò che invece ci indigna e ci rattrista profondamente è la virulenza di talune reazioni inopportune per non dire ridicole. Le quali, inevitabilmente, innescano tavole rotonde, in una irreversibile reazione a catena, nelle quali la quantità di sciocchezze finisce per confondere la visione già così poco chiara dell’orizzonte! Il trionfo dei ‘Media’ è assicurato, non importa a quale prezzo.
Ad un’analisi attenta di quanto affermato verrebbe esemplarmente decodificato l’informe ammasso di imbecillità che i ‘grandi’ del piccolo schermo dispensano ad ogni ora e da qualsiasi emittente. Ma non abbiamo nessuna intenzione di perdere tempo in questo deprimente osservatorio dell’insignificante. Tuttavia una delle cose che lascia più esterrefatti è l’abnorme e scomposta reazione della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) alle parole di Celentano. Per la verità, anche soltanto rimanendo nell’ambito televisivo, ci saremmo aspettati da tempo qualche intervento almeno di eguale intensità per esempio nei confronti de Il grande fratello, di un programma cioè che veicola in modo arrogante cattivo gusto, maleducazione e pornografia, fino alle bestemmie! Una grande, insostituibile palestra, per la generazione attuale, tesa al recupero dei valori! Ma l’indignazione si stempera al ricordo di quando il cardinale Bertone, segretario di stato vaticano, definì come alta teologia il farfugliante e sconnesso commento di Benigni alla preghiera di San Bernardo a Maria nel XXXIII canto della Divina Commedia. Non sarebbe più opportuno che la CEI si occupasse, o meglio si preoccupasse di tante e poco chiare vicende che fermentano all’interno delle mura leonine?
Sandro Bernabei