Dagli schermi di Rai Tre, ospite di un estasiato FF (leggi Fabio Fazio), con le solite stereotipate massime nazionalpopolari, il “Professore” con troppi titoli “senza titolo” minaccia… “dal 15 luglio ricomincerà con Dante (“Si chiama ‘Tutto Dante’, altrimenti avrei dovuto intitolarlo ‘Un po’ di Dante’”). A proposito della Commedia l’attore e regista ha spiegato che si tratta dell’opera più bella del mondo, l’unica capace di far sentire ognuno unico e speciale. “Saranno altri dodici canti, ricomincio a Firenze a piazza Santa Croce”.

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Deve essersi proprio montato la testa, Roberto Benigni.

O semplicemente ha capito che la modesta vena della sua comicità non è più in grado di alimentare il fiume del profitto, mentre dopo aver conquistato un disonorevole riconoscimento ai Razzie Awards per l’inguardabile Pinocchio, giudicato fra i film più brutti di sempre, non ancora riprende fiato per ritentare il sentiero della regia, poco congeniale al suo “genio” e, visti i risultati, troppo rischioso sotto il profilo degli investimenti e dei ritorni.

Il successo di pubblico, i balordi riconoscimenti conferitigli dagli Atenei affamati di pubblicità, dispensatori ormai di Lauree “dedecoris causa” (ovvero concesse “a titolo di disonore”), la candidatura al Nobel per la Letteratura avanzata da qualche cecità senza bastone o cane guida, i milioni di Euro incassati alla faccia dell’altrui “grulleria”, devono aver convinto il saltimbanco di essere davvero un luminare, o quantomeno gli hanno sottratto ogni residuo ritegno.

Il Saggio “O Dante o Benigni“, pubblicato dall’Editore romano Arduino Sacco, ha dimostrato senza ombra di dubbio le precarie conoscenze del “dantista” toscano, la sua lingua da quarto mondo, il suo pensiero sconclusionato, la sua sguaiata volgarità con licenza di risuonare dovunque (e magari di agire… sui testicoli di Baudo o con l’assalto alla Carrà), di fronte a qualunque pubblico, infanzia compresa, la sua ripetitiva, ossessiva “verve” satirica, il cui vertice fu raggiunto (ahimè, il giocattolo si è rotto…) dall’esilarante battuta “Berlusconi!”.

Fermate Benigni!

Impeditegli di abusare  della credulità dei suoi adoratori, di violentare Dante, divulgando ignoranza, di reclamare cifre vergognose per un mestiere che non gli compete, soprattutto in tempi in cui le tasche della gente boccheggiano.

Fermate “il corpo sciolto”!

La Cultura è un’altra cosa.

Amato Maria Bernabei

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