Bianca come il latte. Rossa come il sangue.
Il titolo ci ricorda vagamente una qualche favola lontana, di quelle che profumano d’infanzia. Ma questo romanzo, scaturito dalla penna del professore di lettere Alessandro D’Avenia, poco ha a che vedere con la favola.
Protagonista è il giovane Leo, spirito libero e spensierato. Le sue giornate sono quelle di un qualunque adolescente: si muovono tra scuola, amici, partite a calcetto e corse in motorino.
E poi c’è lei: Beatrice. I suoi capelli, rossi, che illuminano la monotonia delle mattine di Leo.  I suoi occhi, verdi, impossibili da evitare.
Il problema è trovare il modo perfetto di dire a Beatrice che lei rappresenta il fulcro del sogno che Leo sta cercando. Perché tutti abbiamo un sogno, come dice il prof “Sognatore” appunto, supplente di storia e filosofia. L’importante è credergli fino in fondo, ché i sogni più difficili sono anche quelli più importanti. Sono quelli “giusti”.
E il sogno di Leo è difficile, impossibile da realizzare, perché Beatrice ha il “sangue bianco”, ha la leucemia.
Così, le giornate di questo ragazzo iniziano a cambiare, diventano le giornate di un giovane uomo.
Un giovane uomo che nel giro di un anno scolastico, conosce il reale significato di parole come amore, passione, sogni, amicizia, dolore, rabbia.
E conosce il Bianco assoluto, che lo ha sempre terrorizzato. La morte.
In qualche modo, grazie a Beatrice, Leo impara ad affrontarlo, quel Bianco, a non averne più paura.
Perché la morte non è la fine di tutto, ma anzi può essere un nuovo, più grande, più consapevole principio.
“ Una cosa però l’ho capita, grazie a Beatrice: non posso permettermi di buttare nemmeno un giorno della mia vita”.
Un inno alla vita, dunque, il racconto di Alessandro D’Avenia, che, in modo semplice, attraverso gli occhi di un sedicenne che si affaccia or ora alla vita, riesce a toccare i temi più significativi dell’esistere umano.
In modo semplice e mai banale.
Come il Bianco. Come il Rosso.

Desirée D’Anniballe