Torna Benigni con il “suo” Dante, e mai aggettivo possessivo fu più opportuno! Già, perché il Dante di Benigni è un’entità a sé stante, che non detiene né al suo interno, né come profilo culturale, alcun carattere di appartenenza. Dove nasce nel comico toscano l’urgenza di Dante?

Da un’evasione di carattere logistico e pratico, di immagine e di profitto. Un grande regista e/o attore non ha bisogno di riciclaggi di bassa lega: continua a fare il regista e/o l’attore! Ma al di là dell’Oscar, sul quale ci sarebbe molto da discutere, del seguente flop de La tigre e la neve, che cavalcava in modo molto poco artistico un tema di grande rilevanza, ma impostato su una realtà non vissuta e distorta da stereotipi mediatici, come in una diatriba da bar, e del Pinocchio, “capolavoro” da 80 milioni di euro, al limite dell’indecente, il regista che tutti dovrebbero invidiarci (ma che proprio in occasione del Pinocchio la stampa americana ha clamorosamente irriso), scompare letteralmente dalla scena!

Ma ecco la folgorazione: la Commedia di Dante! Cioè una delle opere più ‘semplici’ in assoluto della letteratura mondiale. Ma cosa ci fa un comico tra le pagine di Dante? Che titolo di studio vanta? Quali trattati ha scritto, in una vita, sull’argomento? Ragazzi, di che stiamo parlando? Benigni ha otto lauree… Quanti accademici, studiosi, ricercatori, intellettuali possono permettersi un simile pedigree? E poi… basta sentirlo parlare: che fascino, che emozioni. Che dialettica! Ma dai, è un comico, e a lui tutto è permesso. Anche letture che non ‘leggono’ niente, spiegazioni che non spiegano un accidente; anche dosi massicce di volgarità e oscenità che educano i giovani, come nemmeno il più avanzato e prestigioso college potrebbe lontanamente permettersi di fare. Questa sì che è divulgazione culturale! Il cinema può aspettare. Il Maestro ha altro da fare.

Non credo che i grandi maestri del neorealismo avrebbero mai distratto il loro genio per occuparsi di altro che non riguardasse la propria arte.

Sandro Bernabei

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2 thoughts on “Tutto Dante: nota di merito…

  1. Bè che dire… si parla, si parla, si parla, si parla, si parla e ancora si parla… si critica, usando parole alte o meno per “commentare” quello che fa Roberto Benigni riguardo la Divina Commedia… leggo, “colti” attacchi tra i commenti su youtube, nei vari forum dove incredibilmente tutti sono esperti di letteratura; chi sono? Mi chiedo. Per fortuna leggo anche che Umberto Eco, in una premessa di un libro, dice ai lettori, che Benigni è prima di tutto un grandissimo intellettuale, che nelle loro chiacchierate se ne esce fuori anche con citazioni in lingua di poeti minori greci, lasciandolo a bocca aperta e leggo anche che Roberto Hollander, uno dei maggiori conoscitori e studiosi della Divina Commedia riconosciuto a livello mondiale, lo stima enormemente riconoscendo tutto il suo grande talento! Sinceramente a me basta questo, come evidentemente a te basta “O Dante o Benigni”.

    1. Umberto Eco riferisce, Roberto Hollander stima (il talento…): io dimostro! Mi pare ci sia una bella differenza. Tu, poi, critichi il libro senza averne letta una pagina. Hai imparato da Benigni, che parla della Divina Commedia senza conoscerla.
      A dirla tutta Umberto Eco è amico di Benigni e, pur dicendo pochissimo del comico toscano, dice “purtroppo troppo” perché gli allocchi non abbocchino e si rende corresponsabile di tutte le fandonie che l’attore toscano va raccontando su tutte le piazze. Questo mi dispiace, perché stimo davvero molto la preparazione di Eco (lui sì davvero grande nel suo campo). Su Benigni stendiamo un velo, anche se non ho dubbi sul suo talento… Ma quale? Certo come piazzista il comico è straordinario, perfino nel promuovere il libro di Roberto Hollander…
      http://www.youtube.com/watch?v=luRt25rdbto
      Tu, Luca, prima di prendere posizione, documentati e studia. Poi ne riparleremo.
      Pensa che non ti sei nemmeno accorto che il post non è firmato dall’autore di “O Dante o Benigni”!

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